anno 2003, credo. per me erano ancora succosi anno '90. vuoi per l'età, vuoi per il momento "oscuro" dell'hip hop italiano, fatto sta che eravamo ancora lì. a spike lee, alle metropoli americane congestionate, ai loro vicoli oscuri, quelli del porto piuttosto che quelli del ghetto. e poi è inverno, al massimo siamo all'alba, c'è ancora un po' di nebbia e ti fuma il fiato. stai andando a lavorare, ma i vestiti, la faccia, il mood è quello. siamo b.boy.
è bastato un attimo a distruggere tutto, oggi sta roba pare ridicola quasi, a guardarsi indietro e immaginarla qui e adesso. i ragazzini scimmiottano i rapper, i rapper scimmiottano sé stessi 15 anni fa. perchè tutti rivogliono quel momento, perchè sono schiavi di quel momento, perchè l'apertura mentale è ben poca.
il problema più grave, in tutto ciò, è che così facendo non ci diamo una direzione. nemmeno io saprei dove andare, ora come ora. lucci mi sveglia dicendo "io non parlo di quanto son matto, parlo del fatto che mi alzo alle sei", e egreen rincara la dose, in non ricordo bene quale pezzo. insomma, in questo quadro di crisi, di difficoltà, in cui l'arte viene comunque e sempre messa nell'angolo in quanto "inutile", qual'è il nostro posto?
l'unica cosa di cui sono certo è che non ci può essere compromesso, con questo sistema.